Il gatto verde

Un salto nel passato

Nell’antico Egitto la musica rivestiva un ruolo fondamentale durante le feste, i banchetti e le cerimonie religiose. Nei templi erano le sacerdotesse, le donne musiciste, i danzatori e le danzatrici a scandire ritmi e melodie per venerare, invocare e chiedere la protezione degli dei. La musica era eseguita anche in ambito militare prevalentemente al ritmo del tamburo e con la melodia della tromba. Molti canti, inoltre, accompagnavano la vita del popolo egiziano appartenente a classi sociali meno alte come contadini, pastori, portatori di lettighe, marinai, pescatori e artigiani. Il canto, quindi, poteva persino costituire un motivo di riconoscimento e di appartenenza. Un’intensa attività musicale si svolgeva alla corte del faraone, dove cantanti e strumentisti avevano una posizione di prestigio.

La divinità della musica e della danza era Hathor, la dea venerata in tutto l’Egitto ma soprattutto a Dendera dove fu costruito un tempio a lei dedicato. La dea Hathor, in molti dipinti, è raffigurata con un sistro nella mano e una collana
“menat”, costituita da due appendici che, urtando tra loro, fungevano da strumento ritmico.

hathor

La divinità maschile della musica e delle ballerine era Bes, dalle caratteristiche decisamente più popolari e spesso rappresentato mentre si esibiva con uno strumento.
Bes era anche il dio del focolare, protettore delle famiglie ed in particolare delle madri, dei bambini e delle partorienti. Era venerato come genio della casa e dio della fertilità. La sua aria minacciosa proteggeva dai morsi dai rettili velenosi e dagli insetti. La sua immagine, in forma di amuleto, era presente in ogni casa in Egitto, spesso alla testa o ai piedi del letto. Era rappresentato come uno gnomo, benevolo e sapiente, dall’aspetto di nano barbuto e robusto, con un volto leonino con la lingua di fuori, gambe arcuate, le orecchie e la coda di un leone e ornato di piume di struzzo.

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